Sai quali sono i due sistemi che potrebbero far deviare la tua mandibola?
12/02/2022Come sconfiggere un DCCM con un approccio basato sul Reset Osteopatico
03/08/2020“ Daniele, non ne posso più. E’ anni che vado avanti così. con le vertigini h24. Non ho più una vita.
Ho fatto tutti gli esami possibili ed immaginabili. Tutto negativo. Osteopati, chiropratici, fisioterapisti, medici di ogni tipo ma nulla è cambiato. Ho 5 bite differenti. Ho preso milioni di farmaci.
Ma io tutt’ora, sto male… molto male.. Non ne posso più”.
E’ così che mi ha accolto Monia- nome di fantasia – la prima volta che si è presentata in studio.
Una donna di 40 anni con una bellissima famiglia. Due bimbi fantastici e un marito energico e innamorato della sua famiglia. Una realtà normalissima se non fosse che, da anni, tutti quanti loro devono convivere con la situazione di disagio che lei viveva.
Era diventata una questione familiare.
E Monia questo lo sapeva. Lo percepiva.
Non poteva più avere una vita normale.
Ogni giorno le sembrava di essere sulle montagne russe per via di tutti quei disturbi.
Non c’era modo di vivere una vita normale.
Ogni passo doveva necessariamente essere calibrato al millimetro perchè, qualsiasi piccolo movimento, poteva portarla a cadere in un nano secondo.
“Mi sembra di vivere in un frullatore ogni momento Daniele” mi raccontava. E io la guardavo consapevole del problema ma, allo stesso tempo, mi domandavo come mai, in 10 anni di sofferenza, nessuno fosse riuscito a trovare una soluzione reale e duratura.
A dirla tutta, questa cosa un pò mi spaventava perchè dentro di me p pensavo:
- o la causa è qualcosa di grave
- o la causa risiede in qualcosa a cui nessuno aveva dato mai peso
Tutti gli esami erano negativi.
Esami neurologici negativi. Esami otorinolaringoitrici negativi. Esami ortopedici negativi.
Nessuno era riuscito a darle una risposta certa visto che, tutti gli esami, risultavano appunto negativi.
Ad un certo punto però, come un fulmine a ciel sereno, un medico pronuncia le famose parole e arriva la tanto ricercata diagnosi: Disordine Cranio-Cervico-Mandibolare.
Per un paziente che gira da 10 anni tra diverse figure si materializza un senso di speranza come per un Pellegrino che va a Medjogorie che pensa di aver visto la madonna.
Gli sembra, giustamente, di vedere la luce in fondo al tunnel.
L’obiettivo era stato raggiunto.
Finalmente aveva un sistema corporeo da analizzare con la certezza di risolvere il problema.
“Da quel momento” – mi dice “ ho pensato che fosse fatta. Avevano capito cosa avessi. Potevo tornare a vivermi i miei figli, mio marito, la mia casa. Potevo tornare a vivere in generale ed uscire da questo semi-letargo forzato.”
Tutto questo è successo 6 anni fa e, ad oggi, è ancora nella stessa situazione.
Anzi, ho sbagliato.
Oltre le vertigini perenni si è aggiunto un continuo dolore cervicale e una sensazione – cito testualmente – “ di instabilità della bocca; non so più come chiudo la mandibola.”
Penserai che questa storia sia un caso unico e raro ma, te lo assicuro, non è così.
Secondo il ministero della salute infatti i pazienti in queste condizioni sono in costante aumento di giorno in giorno.
Il motivo per cui Monia non otteneva i risultati sperati era semplice ed intuibile.
Da quando aveva ottenuto quella fantastica diagnosi di DCCM tutti si erano buttati a capofitto a ricercare il problema in quei pochi cm di bocca-collo-cranio.
Basta.
Tutto il resto del corpo non esisteva più.
E questo è un errore notevole perché, come ti racconto in questo testo sintomo e causa potrebbero non coincidere, anzi, risiedere a molti cm di distanza.
Pensa solo all’infarto.
Oltre la sensazione di respiro corto e di oppressione qual’è l’altro sintomo cardine?
Il formicolio al braccio.
Come vedi, sintomo e causa non coincidono quasi mai.
E lo stesso vale per un DCCM il quale, purtroppo, può nascere anche ben lontano dal distretto omonimo.
Quindi, a rigor di logica, io non potevo e non volevo fare lo stesso errore di tutti gli altri e quindi ho iniziato il mio Protocollo di Reset Osteopatico da cui è emerso qualcosa di molto interessante.
In questo caso l’approccio con i Reset ci ha portato, in prima battuta, in un distretto molto lontano dalla bocca.
Il primo sistema disfunzionale era il BACINO.
Ma nulla è lasciato al caso perchè, scavando nel passato siamo arrivati ad identificare un trauma diretto al bacino circa 10 anni prima di cui la paziente si ricordava molto bene.
Probabilmente, in quel momento preciso, si era innescata una disfunzione molto marcata a livello della sacro iliaca che, anno dopo anno aveva portato alla creazione di una quantità inverosimile di compensi.
Risolto quello e lavorata la zona abbiamo identificato, insieme al medico, una grossa problematica intestinale.
Il sistema intestinale è fondamentale da valutare in caso di dolori cronici per via delle connessioni dirette con il sistema nervoso.
Da li a poco, lavorando su quello, si è, come d’incanto, materializzato il problema cardine: UNA DISFUNZIONE OCCLUSALE. La sua mandibola non sapeva più come posizionarsi e aveva generato, proprio come il bacino, diversi compensi a livello cervicale.
Ed ecco spiegate le sue vertigine.
Per quale motivo le altre terapie non hanno funzionato?
Per riuscire a spiegare il motivo di tutto questo bisogna iniziare a comprendere nel modo migliore il funzionamento stratificato del corpo umano.
Cosa intendo per stratificato? Vediamolo insieme ma prima facciamo un passo indietro.
Il nostro corpo ha la capacità di compensare una disfunzione osteo-muscolare o viscerale in ogni momento in totale autonomia.
Per intenderci, per poter evitare di sprecare energie in caso, per esempio, di dolore al piede decide di farti flettere leggermente l’anca per poter evitare il sovraccarico e il dolore.
Ecco il primo strato di compenso. La prima stampella.
Passa del tempo e, dopo il piede, inizia a soffrire la schiena per colpa del piede e dell’anca.
Ed ecco che il cervello decide di chiedere al quadrato dei lombi di destra di aumentare il suo tono muscolare cosî da sollevare l’emibacino e scaricare l’anca dolente.
Ecco il secondo strato di compenso. La seconda stampella.
Potrei andare avanti per ore perchè il corpo ha una capacità innata di compensare un disturbo e di gestirlo in totale autonomia.
Ma quindi, se il corpo riesce a compensare da solo, perchè abbiamo dolore?
Perchè purtroppo non può compensare a vita e quando le ” via d’uscita” utilizzabili sono finite arriva il dolore.
In sostanza è come se non ci fossero più stampelle.
Quindi il Protocollo Reset ha lo scopo di andare a scovare questi vari strati così da poter arrivare al primo che si è attivato. Il generatore dei problemi.
L’aspetto interessante è che queste stampelle – una volta resettate – potranno:
- non necessitare di alcun trattamento –> il meccanismo si era instaurato da poco ed era debole
- necessitare di un trattamento vero e proprio –> il meccanismo era più vecchio e molto consolidato
La nostra paziente aveva tre sistemi ormai consolidati che necessitavano di un trattamento mirato.
Solo risolti questi il sistema ci ha mostrato quello primario, il sistema CCM.
Come quando entri in una casa disabitata da anni e non riesci a vedere tutti i bei mobili del 500 che ci sono all’interno. Per poter portare alla luce queste creazioni del passato dovrai fare una pulizia di fondo e, solo una volta eliminata tutta la polvere, riuscirai ad osservare tutte le ricchezze artistiche di quella casa.
Il nostro corpo , anche quello di Monia, si comporta allo stesso modo
Per quanto riguarda lei, il problema era che nessuno aveva preso in considerazione null’altro al di fuori della bocca che purtroppo era solo la punta dell’iceberg.
Era solo la polvere superficiale.
Sotto l’acqua, in realtà, c’era un mondo da scoprire.
E solo i Reset, strato dopo strato, sono riusciti a portarlo a galla così da delineare, nel tempo, un piano di “attacco” nel rispetto del sistema.
Prima il bacino. Poi l’intestino. Ed infine la bocca. Purtroppo, in questo caso, se cambiamo l’ordine degli addendi il risultato PUO’ cambiare. Anzi, cambia.
Come finisce la storia? Puoi leggerlo a questo link dove trovi la recensione scritta direttamente da lei.
E tu, hai mai pensato che il tuo DCCM e tutti i dolori collegati possano dipendere da altri sistemi? Riflettici su.
A presto…