Come ragionare come un meccanico potrebbe essere la chiave per risolvere il tuo DCCM
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10/03/2022Oggi voglio raccontarti una storia di un paziente che ho visitato recentemente.
E’ un paziente tipico che mostra tutti i sintomi da disordine cranio mandibolare: cefalea, dolore cervicale, click mandibolare e qualche dolorino sparso qua e la.
L’ultimo dentista che l’ha visitato – in passato ne aveva visti circa 5 – aveva pensato di mandarlo in visita da me perchè secondo lui qualcosa non tornava.
Non voglio rovinarti il finale ma ti dico già che c’aveva visto bene.
Il motivo è molto semplice, oserei dire banale: è stato l’unico che ha cambiato punto di vista nell’osservare i disturbi del paziente.
Tutti gli altri terapisti da cui era stato inviato per i suoi disturbi e che lo avevano visitato si erano buttati a capofitto sul sistema che mostrava il problema: la bocca con tutti i suoi muscoli.
In effetti, tutti i sintomi erano riconducibili a questo sistema quindi poteva essere anche corretto attuare questa tipologia di approccio.
Ma come ti ho già detto in questo post esistono diversi sistemi, al di fuori di quello CCM, che potrebbero creare, se disfunzionali, sintomi in quella zona.
Risulta quindi evidente che il problema è sempre lo stesso: come definire il sistema primario da cui partire.
Tornando al mio paziente, ecco che tutti hanno approcciato il problema con le varie armi in loro possesso, sulla base delle loro conoscenze e possibilità.
C’è stato chi ha preferito rinviare il paziente al dentista per creare un bite superiore, chi invece ha optato per quello inferiore, chi ha voluto trattare solo con una tecnica in Thrust la mandibola e tutte le vertebre cervicali…
ognuno ha utilizzato un approccio differente.
Ciò che però lega tutte le carte di questa partita è l’obiettivo a cui tutti miravano: dare la colpa di tutto al sistema CCM e di conseguenza intervenire li.
Insomma, in questi anni, tutti i vari terapisti avevano rivoltato il sistema CCM paziente come un calzino.
Eppure, nulla cambiava.
Lui era stremato.
Aveva speso migliaia di euro in terapie che alla fine non avevano portato a nulla.
Il suo dolore era li, tale e quale.
Qualche miglioramento sporadico ma nulla di serio.
Adesso voglio ragionare con te su una cosa perché giuro che quando mi capitano questi casi non riesco a comprenderne le dinamiche.
Un individuo sta male, mostra dei sintomi in una parte del corpo – tralasciamo che sia la bocca il problema -…
visita un terapista che inizia a pensare che la colpa di tutto sia un “malfunzionamento” di quel sistema…
prova a trattarlo e fallisce…
il soggetto cambia terapista mail bersaglio di tutti gli interventi è sempre lo stesso…
cambia allora terapista per la terza volta ma il risultato non cambia.
Tre fallimenti su tre.
Ti sembra logico? A me no.
Il problema è che questa storia la sento veramente spesso. Gente che gira mille terapisti per ottenere le stesse terapie e gli stessi risultati.
E con questo non voglio dire che sia colpa tua se, come il mio paziente, ti ritrovi in questa situazione.
Assolutamente.
La colpa, se così vogliamo definirla, è sempre del professionista che non riesce a cambiare punto di vista o che, come è possibile, sbaglia. (Ricordiamoci che sbagliare è umano).
Ma perché è così importante provare a cambiare punto di vista quando si parla di DCCM?
Continua a leggere e te lo mostro.
GUARDARE OLTRE LE APPARENZE PUO’ ESSERELA LA SOLUZIONE
Il motivo per cui è necessario cambiare punto di vista quando parliamo di DCCM lo possiamo trovare su una rivista internazionale.
Uno studio pubblicato sulla rivista Complementary Medicine Research ha gettato le basi per iniziare a ripensare l’approccio ai DCCM.
Questo studio, di cui ti lascio il link qui, è la base per cambiare punto di vista nell’approccio a questi problemi e a tutti i sintomi associati.
Potrebbe veramente spiegare il perchè in molti casi il trattamento classico non funziona.
Per farla breve, in questo studio si cita un caso clinico di una ragazza che si presenta dal dentista per un dolore all’ATM SX associato al bruxismo e in più una lombalgia molto forte che, però, le faceva compagnia da circa 1 anno.
Nessuno era riuscito ad aiutarla.
Dopo tutti gli esami del caso, il dentista decide di intraprendere un trattamento a livello occlusale – un anestetico locale sull’articolazione – per alleviare il dolore…
ed è qui che è avvenuta la magia.
Magicamente sono spariti sia il dolore all’ATM sia il mal di schiena.
E potrai dirmi…
“una volta finito l’effetto dell’anestetico il problema ritornerà”.
Ebbene no…
a 3 mesi di distanza il risultato è rimasto invariato.
Niente dolore all’ATM e niente dolore alla schiena.
Cosa voglio dirti con questo?
Che forse è ora di cambiare punto di vista perchè così come una disfunzione dell’ATM, se trattata localmente, può far migliorare – se non sparire – un dolore alla schiena che una ragazza si portava dietro da un anno…
allora è estremamente probabile che possa valere il discorso all’inverso e cioè che un problema al bacino possa generare un problema al sistema CCM con sintomi all’ATM.
Quindi, forse, è ora di accettare che il nostro corpo – sistema cranio mandibolare compreso – è un insieme di sistemi che dialogano e si compensano tra loro e che non è più pensabile immaginare di approcciare un disturbo in una zona senza valutare tutto il resto.
L’articolo che trovi qua parla proprio di come una disfunzione in un sistema può andare a creare problemi ad un altro mediante quel processo che mi piace definire Effetto Farfalla Applicato al Corpo.
Con questo breve excursus scientifico vorrei farti comprendere che se l’approccio classico per il tuo DCCM ha fallito è verosimile che la causa del tuo dolore sia altrove, come per esempio nel bacino.
Adesso anche la letteratura ce lo dice.
Nonostante la letteratura parli della relazione che intercorre tra bocca e bacino…
perchè nessuno prima di iniziare un qualsiasi approccio a questi sistema non si pone il dubbio che la causa possa essere altrove?
Vedo osteopati che manipolano direttamente la mandibola con dei sonori scrocchi manco fossimo dei grissini…
vedo eseguite su pazienti dolenti tecniche sui muscoli masticatori senza ottenere nessun risultato…
vedo pazienti arrivare con pile di bite o altri dispositivi per lo stesso problema senza che neanche uno di questi abbia dato un qualche risultato…
E’ ora di cambiare punto di vista…
E’ necessario per il bene dei pazienti come te…
COME FARE QUINDI A CAPIRE QUALE SISTEMA COMANDA?
Veniamo alla parte complicata.
Come ti dicevo poco fa, il grosso problema in queste situazioni è comprendere da dove è necessario partire.
E fare ciò non è per niente facile, anzi, a dirla tutta, è la parte più complicata in assoluto.
E’ un po’ come quando si porta la macchina dal meccanico per un rumore strano. Lui deve smontare, aprire, studiarci e comprendere da dove derivi il problema visto che se il problema, dopo il suo intervento, dovesse ripresentarsi sarebbe un guaio per la salute di chi guida e per quelle di altre macchine.
Ma per ottenere questo risultato è necessario fare deve fare delle prove, dei test e poi decidere dove intervenire.
Col corpo è necessario fare la medesima cosa.
Valutare, testare, resettare ed infine trattare.
Essere sicuri di trattare una zona realmente primaria e non un problema secondario, e magari ininfluente, deve essere l’obiettivo.
Ed è per questo che il Protocollo Di Reset Osteopatico è la soluzione per cambiare punto di vista nell’approccio ai DCCM grazie alla possibilità di comprendere quale sia il sistema primario da cui partire a trattare.
Questo ti eviterà di spendere tempo in terapie inutili e ti avvicinerà al ritrovamento di una vita normale.
Ti invito quindi a mandare una mail a daniele.aleo@hotmail.it per ottenere una consulenza di 30 minuti in cui proveremo a comprendere meglio l’origine del tuo disturbo.
A presto
N.B: quasi dimenticavo di dirti come è finita la storia del mio paziente. I suoi dolori in realtà erano espressione di un disturbo al bacino che, attraverso tutte le connessioni muscolari e nervose, era arrivato ad obbligare il sistema CCM a lavorare in modo anomalo.
Ricorda: E’ NECESSARIO CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA PER ANDARE AVANTI
E’ questo il trucco…